Great Song: Everyday I Write the Book

C’è qualcosa di stranamente rassicurante nel fissare una pagina bianca con le cuffie alle orecchie, sapendo che qualcun altro ha già trasformato la stessa frustrazione in arte.
Nel 1983, Elvis Costello ci è riuscito con “Everyday I Write the Book”, una delle canzoni pop più intelligenti e brillanti mai scritte su amore, ripetizione e ossessione creativa.

Pubblicato nell’album Punch the Clock, il brano trasforma il dramma sentimentale in una metafora letteraria perfettamente costruita. L’amore si sviluppa come un manoscritto in continua revisione: inizi sbagliati, colpi di scena improvvisi, cattive correzioni e capitoli che vorresti poter riscrivere.
Il ritornello lo dice chiaramente:

“Everyday, everyday, everyday I write the book.”

Costello non idealizza il processo: lo documenta. Capitolo dopo capitolo:

“Chapter One we didn’t really get along
Chapter Two I think I fell in love with you
You said you’d stand by me in the middle of Chapter Three
But you were up to your old tricks in Chapters Four, Five and Six”

È ironico, amaro, preciso — puro Costello. Il genio sta nella sua universalità: che tu stia attraversando una relazione complicata o cercando di chiudere un articolo alle due di notte, la struttura è la stessa. Scrivi, cancelli, riscrivi, ricominci.

Dal punto di vista musicale, il brano è un concentrato di energia contagiosa. Il basso elastico, i fiati taglienti e una sezione ritmica impeccabile tengono tutto in movimento, mentre Costello canta con quel suo inconfondibile mix di sarcasmo e fascino.
Prodotto da Clive Langer e Alan Winstanley, segna il passaggio di Costello verso un pop più levigato — senza perdere mordente — e gli regala il primo ingresso nella Top 40 americana.

Il video: satira pop allo stato puro

Il videoclip ufficiale è un perfetto esempio di ironia anni ’80: sosia del Principe Carlo e di Lady Diana “interpretano” la canzone, mentre Costello e gli Attractions irrompono nella scena. È irriverente, surreale e sottilmente sovversivo — esattamente come il brano.

Perché conta ancora oggi

“Everyday I Write the Book” non parla davvero di scrittura. Parla del bisogno di dare un senso a ciò che per natura non è lineare: l’amore, la creatività, la vita.
Ogni errore è una bozza. Ogni delusione, un brutto capitolo. Non ti fermi — continui a scrivere.

È per questo che il brano funziona ancora oggi. Per musicisti, scrittori e chiunque sia intrappolato nel tentativo di “farlo funzionare”, questa canzone non è nostalgia: è una rassicurazione.


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