Al Stewart – “Year of the Cat” (1976)

Prodotto da Alan Parsons

“Year of the Cat” è il capolavoro senza tempo di Al Stewart: una canzone che trascende i generi con eleganza cinematografica. Pubblicata nel 1976 e prodotta dal leggendario Alan Parsons, incrocia folk narrativo, art rock e soft-progressive con una cura di produzione che ancora oggi sorprende. Non è un brano che urla — è un film in forma di canzone — ed è per questo che merita un posto in Hidden Gems of Classic Rock.

Registrazione e produzione

Incisa ai Abbey Road Studios all’inizio del 1976, la canzone brilla per gli arrangiamenti stratificati e l’equilibrio tra strumenti acustici e timbri elettrici. La regia di Alan Parsons apre spazio e profondità alla scrittura di Stewart, e la scelta dell’iconico assolo di sax di Phil Kenzie sposta il brano dal folk raffinato a un sound quasi cinematografico. È una lezione di sound design anni ’70 che dialoga con la scuola Pink Floyd/Parsons e con l’eleganza dell’Alan Parsons Project.

Testo e significato

“In a morning from a Bogart movie, in a country where they turn back time…”

Seguiamo un viaggiatore anonimo in un mercato straniero; l’incontro con una donna misteriosa lo fa deragliare felicemente dalla rotta prestabilita. L’autobus dei turisti riparte senza di lui: sceglie di restare. Il titolo viene dallo zodiaco vietnamita — dove l’“Anno del Gatto” sostituisce l’“Anno del Coniglio” cinese — e aggiunge all’immaginario un’aura elegante e felina. È un racconto letterale e simbolico insieme: cedere al momento, seguire la bellezza, rinunciare al controllo.

Struttura musicale

  • Intro di pianoforte (Peter Wood): atmosfera nostalgica e “da pellicola”.
  • Strofe narranti: voce misurata, immagini vivide, tempo sospeso.
  • Lunga sezione strumentale: archi, chitarre, sintetizzatori e sax si alternano in un montaggio “da camera in movimento”.
  • Produzione: Parsons dosa chiarezza e calore analogico; ogni parte respira con tridimensionalità.

Ricezione e lascito

Il brano ha raggiunto la Top 10 negli Stati Uniti e ha avuto ottimi risultati anche in Italia e Canada, rimanendo l’emblema della poetica di Al Stewart (accanto a Time Passages e Roads to Moscow). Nonostante la popolarità, tra i rock-listeners più “riff-centrici” resta spesso sottovalutata: qui la forza non è nel volume ma nell’atmosfera e nella narrazione.

Perché è una “Hidden Gem”

  1. Narrazione cinematografica: come From the Beginning, ti porta dentro un mondo interiore, misterioso e sospeso.
  2. Raffinatezza musicale: arrangiamento e mix sono all’altezza dei grandi dischi progressive/art rock, restando però melodici e accessibili.
  3. Coerenza emotiva: quell’equilibrio di malinconia e luce che definisce la nostra playlist Hidden Gems of Classic Rock.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *